Questo non è un articolo, un comunicato stampa, un test o qualsiasi altra cosa state pensando. E’ uno spazio che abbiamo deciso di crearci per prepararci a festeggiare i nostri primi, si spera, 10 anni!
Si! 10 anni, ma di cosa? Mtbworkshop, magari qualcuno di voi lo conosce bene, altri entrano su questo sito per la prima volta. Quindi perchè non fare un bel check point per capire dove siamo partiti e cosa siamo, chi eravamo e cosa diventeremo!
Mtbworkshop l’abbiamo sempre voluto spiegare in tanti modi, storie, foto, video, mediakit, racconti e secondo noi non sempre il nostro mondo è stato compreso al 100%, per tale motivo forse con un po’ di romanzo e un po’ di analogie capiremo dove siamo arrivati oggi e cosa saremo domani.
Due ragazzi, amici, ingegneri, pazzi, smanettoni del monto delle due ruote, spesso due cazzari in questo ambito e fanno anche qualche cavolata sopra e sui mezzi, un giorno decidono di fare un giro lungo la costa siracusana e per la prima volta vedono dei sentieri in un modo diverso.
Nasce quella elettricità che ti attraversa dentro, arriva dritta al cervello e ti fa aumentare le pulsazioni. La famigerata fame di trail! Quella che non sai tenere a bada, che ti fa sognare, immaginare di essere li con le tue ruote, di fare quel salto, quella curva, di lasciare quella scia di polvere, che ti entra dentro come una dolce infezione di cui diventi il paziente preferito!
Da li, la passione per i video e la fotografia, quando ancora non era così mainstream ci fa pensare di aprire una pagina internet e raccontare le nostre esperienze e le nostre sfide sia in officina che lungo i trail.
Si apre un mondo fatta di quella voglia enorme come quella di un predatore che deve per forza segnare il territorio, che pensa: “Si io qui ci sono stato! In questo posto magico che pensavo di non raggiungere, in quella vetta che sembrava così lontana!”
Iniziano avventure in pieno stile (almeno nel nostro piccolo) pionieri della mountainbike. Come i grandi rider della zona di British Columbia, Wristhler ecc, in cui si guidava di tutto, e dappertutto!
Con tutto quello che riusciamo a racimolare abbiamo preso le nostre nuove mtb, basilari ma per noi dei gioielli (come la famosa canzone di Alex Britti). Inizia ciò che non era mai finito, la personalizzazione, le modifiche e il macinare chilometri a tutte le ore, in qualsiasi condizione, caldo, vento pioggia o grandine noi pedalavamo e pedaliamo tutt’oggi!
Iniziamo a scoprire trail senza porci mai la domanda, se era meglio quel tipo di gomma o quel tipo di bici, se fosse più opportuno una bici da enduro, trail, all-mountain, xc. Noi avevamo la nostra bici e con quella si faceva tutto! Avevamo il nostro blog appena nato e non ci ponevamo limiti, di scrittura, di lunghezza, di argomenti, puro racconto e pura meccanica applicata!
Prima di continuare il viaggio nei prossimi capitoli che ci porteranno a festeggiare i 10 anni di come noi intendiamo la mountain bike, di #mtbworkshop chiudiamo questo primo capitolo con lei, ispirazione dei nostri colori e della nostra grafica e simbolo di ciò che abbiamo sempre voluto fare: la KHS Aguila del 2014.
Ne parlerò proprio io che sono stato acquirente e tutt’oggi proprietario ed utilizzatore. All’epoca dell’acquisto della KHS, ci siamo buttati da subito nella mischia del mondo della mountainbike. Cercavamo solo evasione, sfida con se stessi e libertà. Abbiamo partecipato a gare, xc, marathon, a furgonate enduro, avvenute freeride e all-mountain, viaggi stradali e non. Componenti rotti, cambiati, modifiche, migliorie, accrocchi, errori. Ma poi anche vette raggiunte, cadute, salti finiti bene e salti finiti decisamente male, raggi camere d’aria, movimenti centrali esplosi, latticizzazioni impossibili rese possibili, telescopici, quella povera forcella da 100 mm che ha subito qualsiasi tipo di sollecitazione neanche fosse un pezzo unico da gran premio.
Ci dicevano che non potevamo fare determinati percorsi, montare determinate cose, che facevamo tutto fuori dagli schemi, fuori dai vari segmenti, che eravamo un mix di idee, che non avrebbe funzionato, che era un passatempo, un gioco, che non sarebbe durato e che tanto è solo una bicicletta neanche tanto di valore. Che c’era qualcosa di sempre più serio ed importante, che era tempo rubato, perso..soldi spesi, soldi persi, troppi soldi, pochi soldi. E’ sempre stato un tutto troppo o un tutto troppo poco..importante.
Ma alcune volte un mezzo da il “la” ad un progetto, è il tuo compagno di avventure, il tuo motivo di evasione, la tua voglia di rivalsa, la tua forza per sbarrare la strada, la tua arma per oltrepassare quella salita, per crederci, per cadere, per rialzarti, per vincere e guardare il mondo dalla cima di una vetta conquistata con sudore, tempo, lacrime e sangue. Così come nella mountain bike, nella vita, nel blog che curi, nelle amicizie che coltivi, che perdi e che acquisisci. Negli amori che proteggi e che raggiungi e negli obiettivi che vuoi raggiungere a tutti i costi, lavorativi e familiari. Cambia tutto nel tempo ma ciò in cui credi, le tue radici e i tuoi principi, almeno quelli forti e sani rimangono, così come le tue convinzioni, oltre chi ti vuole convincere che non ne vale la pena.
Se ci credi vale sempre la pena e adesso la leggenda della nostra KHS è ancora qui in questa foto in cui tutto è cambiato ma tutto è rimasto uguale, come il suo telaio, come le fondamenta in cui credi. Pieno di solchi, graffi, botte e segni, ma forte e solido e pronto a solcare ancora mille e milioni di trail!
Prossimo capitolo – La madre di tutti noi rider di mtbworkshop: Etna!